A tutti sarà capitato di avere le farfalle nello stomaco o di reagire di pancia; sono due modi di dire collegati con l’intestino e con le emozioni. Queste sensazioni dipendono da una fitta connessione tra cervello e microbioma, mediati da meccanismi neuronali.
La ricerca scientifica ha dimostrato che il corpo è in realtà costituito più da batteri che da cellule. Questi trilioni di batteri formano il microbioma. La maggior parte di essi risiedono nell’intestino, a volte indicato come flora intestinale, dove svolgono molteplici ruoli nella salute generale.
Oggi l’intestino è considerato non tanto come entità avente per unico scopo di aiutare l’assorbimento e l’assimilazione dei nutrienti, ma piuttosto come attore principale nel regolare l’infiammazione e l’immunità. Un intestino sano è composto da diverse interazioni tra batteri che cooperano, e questa diversità mantiene il benessere della persona.
Un’alterazione dell’eubiosi (o flora batterica ottimale) è chiamata disbiosi e può contribuire al manifestarsi di problemi quali allergie, infiammazioni, carenze vitaminiche, disregolazione di alcuni neurotrasmettitori. Il microbioma è il fulcro della nuova ricerca scientifica e un nuovo modo di intendere le cause di molti problemi riconducibili alle patologie autoimmuni, gastrointestinali e cerebrali. Avere un intestino sano dipende da vari fattori: alimentari, ambientali e psicologici.
La psiche e il “vissuto” personale esperito (esperienze interiori) sono tra gli elementi cruciali in questo senso. La ricerca ha indicato quanto sia sensibile un feto ai cambiamenti del microbiota della propria madre, tanto che quest’ultimo può alterare lo sviluppo del cervello del nascituro. Un neonato venuto al mondo attraverso il parto cesareo avrà perso l’occasione di ingerire batteri della madre.
Gli studi dimostrano che i nati con taglio cesareo hanno più difficoltà a ripristinare l’eubiosi rispetto a quelli nati per via vaginale. Nel corso della vita il microbioma continua a essere un’entità vulnerabile, condizionato da stress, tossine, sostanze chimiche, diete scorrette, sedentarietà.
L’INTESTINO COME SECONDO CERVELLO
La flora intestinale svolge un ruolo vitale nella salute fisica e psicologica tramite la rete neurale: il sistema nervoso enterico (SNE) è un complesso sistema di circa 100 milioni di nervi presenti nel rivestimento dell’intestino.
Il SNE è anche chiamato “secondo cervello” e nasce dagli stessi tessuti dai quali nasce il sistema nervoso centrale (SNC) durante lo sviluppo fetale; non sorprende quindi che fra i due sistemi ci siano parallelismi strutturali e chimici. Il SNE è in un certo modo autonomo, nel senso che riesce a prendere decisioni simili a quelle prese dal SNC. Tutto questo avviene attraverso una serie di scambi bidirezionali che si estrinsecano come una sinfonia orchestrata da ormoni, neuropeptidi, impulsi elettrici attraverso il nervo vago,
Questi percorsi coinvolgono il sistema endocrino, l’immunitario e percorsi neurali (PNEI). Anche se la ricerca scientifica è attualmente in fase di studio, risulta chiaro quanto il cervello e l’intestino siano così intimamente connessi da sembrare un solo sistema, anziché due.
LE EMOZIONI E IL LORO UN RUOLO NEI DISORDINI FUNZIONALI GASTROINTESTINALI
Data la stretta correlazione e interazione tra le due parti, è ormai evidente come i fattori emotivi e psicosociali siano in grado di scatenare sintomi intestinali. I disturbi funzionali gastrointestinali rappresentano un variegato gruppo di problematiche difficili da trattare e costituiscono attualmente gran parte dei problemi in gastroenterologia clinica: disfagie, disturbi da reflusso gastroesofageo, colon irritabile, disturbi ano-rettali… Una più corretta interpretazione di queste problematiche postula che i fattori psicosociali influenzano la fisiologia dell’ intestino, così come la modulazione dei sintomi.
In altre parole, i fattori psicologici possono influire sui fattori fisici, come il movimento e le contrazioni del tratto gastrointestinale, causando infiammazione, dolore e altri sintomi intestinali.
SALUTE MENTALE E BENESSERE INTESTINALE
Alla luce di queste nuove considerazioni risulta difficile, se non impossibile, risolvere le problematiche intestinali senza considerare l’impatto dello stress e delle emozioni sul corpo. Alcuni studi hanno dimostrato che i pazienti con esperienze di approcci psicologici o psicocorporei hanno avuto un netto miglioramento dei sintomi rispetto a quei pazienti che hanno ricevuto il trattamento medico convenzionale.
Uno studio pilota della Harvard University ha rilevato che la meditazione potrebbe avere un impatto significativo per le persone affette da sindrome del colon irritabile e malattia infiammatoria intestinale (IBD).
Quarantotto pazienti affetti da IBS (Irritable Bowel Syndrome) e IBD (Inflammatory Bowel Disease) hanno seguito un ciclo di 9 settimane di tecniche di meditazione. I risultati hanno evidenziato diminuzione del dolore, miglioramento dei sintomi, riduzione dello stress e cambiamento di espressione dei geni che contribuiscono all’ infiammazione.
L’INTESTINO POCO SANO PUÒ CAUSARE DISTURBI NEUROLOGICI E NEUROPSICHIATRICI
Le cattive condizioni di salute dell’intestino sono implicate in alcuni disturbi neurologici e neuropsichiatrici. Certi disordini del microbiota sono stati collegati alla sclerosi multipla, a disturbi dello spettro autistico e al morbo di Parkinson.
Questo è potenzialmente legato a stati pro-infiammatori indotti da una condizione di disbiosi o da una permeabilità intestinale. Ulteriori collegamenti tra cambiamenti intestinali legati all’età, disbiosi e malattia di Alzheimer sono stati esplorati. Risulta infatti interessante come alcuni cianobatteri del microbioma intestinale, stress, malattie del tratto gastrointestinale o malnutrizione possano generare alti livelli di N-metilammino-L-alanina (BMAA), neurotossina la quale a sua volta creerebbe ulteriore stress ossidativo. Alti livelli di BMAA sono stati trovati nel cervello dei pazienti affetti da Sclerosi amiotrofica-laterale (ALS), Parkinson-demenza (PD), Alzheimer (AD).
Inoltre, nel campo della depressione, sono sempre più evidenti le connessioni tra intestino e problematiche ansioso depressive. Stando a recenti ricerche la depressione è sempre più inquadrata come malattia infiammatoria legata allo stato di salute della flora intestinale. Studi su animali hanno dimostrato che la manipolazione della flora intestinale può in qualche modo indurre comportamenti legati ad ansia e a depressione.
IL RUOLO DEI BATTERI SUL CORPO-SOMA
I batteri partecipano a ottimizzare la rete di comunicazione bidirezionale comprendente il sistema nervoso centrale (SNC), il sistema nervoso autonomo (SNA), il sistema nervoso enterico (SNE) e l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Alcuni studi sui ratti hanno dimostrato che il trattamento a lungo termine con Lactobacillus rhamnosus ha aumentato i livelli di GABA (neurotrasmettitore inibitore), riducendo i livelli di cortisolo, ansietà e depressione, e diminuendo i comportamenti da stress correlato.
Inoltre, il cambiamento nella composizione del microbiota con l’associazione di questi probiotici ha portato a un aumento di BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor) e a un’attenuazione delle alterazioni legate a perdita della memoria (ippocampo). Le prove indicano che la comunicazione tra microbiota e cervello coinvolge il nervo vago il quale trasmette le informazioni dall’ambiente luminale degli organi cavi al sistema nervoso centrale. In realtà, gli effetti neurochimici e comportamentali non erano presenti nei topi vagotomizzati, identificando il vago come la principale via di comunicazione tra il microbiota e il cervello.
Un’altra indagine (colite cronica associata a comportamenti ansiogeni) sui ratti ha dimostrato un miglioramento con un trattamento a base di Bifidobacterium longum. Il miglioramento era assente nei topi vagotomizzati prima dell’induzione della colite.
TRATTAMENTO E MODULAZIONE DELL’ASSE INTESTINO-CERVELLO
Oggi, alla luce di quanto scritto, è possibile svolgere una prevenzione ottimale e iniziare un trattamento naturopatico a sostegno della medicina allopatica per molte disfunzioni che spaziano dalle problematiche gastro-intestinali a quelle psicologiche, psichiatriche e neurologiche.
Il tutto attraverso una corretta salute intestinale, mediata da sana alimentazione, uso di probiotici ottimali, ripristino dell’epitelio intestinale e trattamenti terapeutici basati sulla mindfulness.
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Naturopatia tradizionale Europa NTE metodo Villanti
Dott Umberto Villanti www.unbertovillanti.it
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