dott. Umberto Villanti
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Uno dei tratti distintivi dell’intestino irritabile è il fatto che in questa sindrome possano alternarsi stipsi e diarrea. Ciascuno di questi disturbi ha precise caratteristiche, ma è proprio il loro succedersi a consentirci di fare un parallelo tra il comportamento intestinale e quello emotivo. In quest’ottica, che ha prove scientifiche e psicologiche molto solide, il costante alternarsi di un atteggiamento mentale come l’apertura e la chiusura, rimanda alle fasi di evacuazione frequenti e rare, con un’indecisione di base tra dare e trattenere, esprimere e aspettare, agire o non agire, soddisfare i propri bisogni e negarli, arrabbiarsi e nascondere la rabbia.
Tutto ciò crea una sorta di enorme dubbio riguardo alla possibilità di mostrarsi così come si è oppure no, a causa di un’esistenziale paura di non essere accettati e perciò una grande insicurezza. In sostanza, come anticipato, si tratta di un problema di autostima.
Chi soffre di intestino irritabile sta attraversando una fase di radicata incertezza, non su qualcosa di specifico, ma sul proprio valore, sulla propria identità e su ciò che vuole per davvero. Forse la vita che sta vivendo non è più quella che fa per lui, come suggeriscono le parole dell’istinto, ma la paura di cambiare, l’eccesso di razionalità, lo convincono dell’opposto, costringendolo a un tira e molla continuo che si riflette sulla funzionalità intestinale.
Quest’eterno oscillare da un sintomo all’altro (dalla stipsi alla diarrea) esprime, infatti, la ricerca di un baricentro sicuro, stabile, che consenta di affrontare la situazione. Ecco perché la soluzione vera per il colon irritabile passa dalla psiche.
In genere la stipsi denota una volontà estrema di controllare e trattenere il superfluo o ciò che si desidera non lasciare per paura, la diarrea invece esprime la rabbia nel non potere controllare ciò che si vuole o semplicemente l’abbandono o la resa nel non potere far fronte a tale richiesta del Super-IO.
Il disturbo riguarda una delle parti che costituiscono nel profondo ciò che siamo davvero: la fiducia, la stima, la consapevolezza di sé. Il sintomo ci chiede di farli crescere.
IL SOGGETTO TIPO
Chi soffre di colon irritabile si trova al centro in un forte conflitto, percosso da due forze uguali e contrarie: una natura espansiva, sanguigna e molto emotiva che si oppone al timore che tale aspetto di sé incontrollabile prenda il sopravvento.
La dualità è vissuta a vari livelli: desiderio di libertà e senso di colpa, istinto e ragione, controllo e disordine.
Si cerca così di far coesistere due universi e dietro a un self-control solo di facciata si cela un vulcano che da un momento all’altro potrebbe esplodere.
Si tratta in definitiva della lotta interiore finalizzata a trasformarci da VIANDANTI impauriti a GUERRIERI senza paura della vita. Il viandante è la persona alla ricerca di sicurezze e paurosa di affrontare la solitudine interiore, base essenziale per vivere serenamente e senza paura la propria vita. Il guerriero è la persona che ha risolto questa sua dicotomia (solitudine / sentirsi soli), realizzando una centratura intrapsichica.
MEDICINA CINESE E INTESTINO IRRITABILE
In medicina cinese MTC il disturbo intestino irritabile esprime un disequilibrio della Loggia METALLO. Quando il metallo non è equilibrato il soggetto diventa rigido, poco flessibile, vede tutto bianco o nero, è poco duttile e malleabile, non riesce a lasciare andare ciò che è superfluo o a viversi “scorrendo” nella vita, ha difficoltà relazionali o tende alla solitudine o poca interazione con il prossimo, tendenza alla malinconia, tristezza, nostalgia, chiusura, introversione.
Fiori di Bach utili: Chicory, Honeysuckle, Agrimony, Centaury, sono solo alcuni rimedi utili.
Fiori australiani: Bottlebrush, ecc.
Utile la riflessologia plantare, oligoelementi distesici di Menetrier della distesi 1 e 3, magnesio, fosforo, litio, respirazione vipassana, cromopuntura, diapason e suonopuntura.
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