SCOMODE VERITÀ SUL CONSUMO DI LATTE E LATTICINI EMERGONO DA MOLTEPLICI STUDI

Tratto da Alleanza Rath Italia www.alleanzadrrath.it

 

 

Ci hanno istruiti che latte e latticini di origine animale fanno bene alla salute, a tutte le età, da quando nasciamo (e anche prima), in fase di crescita, a quando invecchiamo, per l’apporto di calcio. Tuttavia, alla luce di importanti evidenze scientifiche, dobbiamo necessariamente mettere in discussione non solo le nostre convinzioni ma la stessa salubrità di questo tipo di alimenti.

Se fai parte di quel gruppo di persone che pensa sia bene mangiare un po’ di tutto, metti in conto il rischio di ammalarti di un po di tutto.

Si è scoperto che il consumo di latte di mucca in gravidanza interferisce con il sistema endocrino del feto, e dopo la nascita continuerà ad interferire per tutta la vita, esponendo l’individuo a malattie degenerative, tumori e malattie cardiovascolari

Inoltre, a causa dell’IG-F1 (insulin-like-Growth Factor 1 / fattore di crescita insulino simile), promotore di tumori, i pazienti con malattie oncologiche e le persone con una storia familiare di malattie coronariche e neurodegenerative, dovrebbero “limitare” (il termine giusto sarebbe “ eliminare”, tanto per essere politicamente scorretti) il consumo di latte e latticini, così come delle proteine del latte

L’ IGF-1 è un ormone molto simile all’insulina, che grazie allo stimolo dell’ormone della crescita, viene prodotto principalmente dal fegato.

Ad ogni età il nostro fegato è perfettamente in grado di produrre nelle giuste quantità l’ormone della crescita di cui necessitiamo. Ogni surplus è controproducente per la nostra salute. E già questo dovrebbe far riflettere.

L’eccesso proteico in generale non è collegato a maggiori livelli di IGF-1, mentre invece lo è per le proteine del latte animale.

 

 

 

 

Molte ricerche collegano l’acne al consumo di latte e latticini

 

Un crescente numero di studi dimostra che un elevata presenza nel sangue di IGF-1 favorisce una veloce duplicazione delle cellule cancerose e la loro diffusione nel corpo (metastasi), in vari tipi di tumori: della mammella, soprattutto nelle donne in pre-menopausa, delle ovaie, del pancreas, del colon-retto e della prostata. A dirla tutta abbiamo persino la controprova di quanto le ricerche epidemiologiche evidenziano da alcuni anni, dietro la tenda del silenzio mediatico: le donne centenarie hanno in comune il fatto di avere bassi livelli ematici di IGF-1

Naturalmente l’industria farmaceutica non ha alcun interesse a fare in modo che le persone riducano i livelli di IGF-1 con la dieta, piuttosto si propone di creare nuovi farmaci antagonisti.

In una meta analisi del 2009 che considera tutta la letteratura sul tema, i ricercatori hanno concluso che “le evidenze scientifiche riscontrate fino ad oggi suggeriscono che il consumo di latte possa aumentare i livelli di IGF-1 nel circolo ematico.

Non a caso, le donne e gli uomini che non consumano latte e latticini hanno livelli più bassi di IGF-1, rispetto a coloro che invece assumono questo tipo di alimenti.

Nel 2013 sono usciti i risultati di uno studio che ha seguito per vent’anni i bambini di un gruppo di donne la cui dieta era stata monitorata in gravidanza.

Si è notato che i bambini nati da mamme che avevano consumato più di 150ml di latte al giorno avevano livelli più elevati di ormoni della crescita e di insulina rispetto a quelli nati da mamme che non avevano bevuto latte.

Dal punto di vista chimico, l’IGF-1 degli umani è identico all’IGF-1 delle mucche, che lo producono naturalmente in modo che il loro cucciolo possa crescere rapidamente.

Non ha importanza che latte e latticini siaano biologici o meno, l’IGF-1 è presente in entrambe i casi, così come lo è nel latte proveniente da altre femmine animali (pecora, capra, asina, bufala), e non fa differenza neppure che sia crudo o cotto, perché la pastorizzazione lascia inalterato questo gruppo di ormoni.

Il latte di origine vegetale non contiene IGF-1, ad esempio quello di riso, di avena, di mandorle, di soia

 


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